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RECENSIONE COMMEDIA STANOTT PASS U BOMMIN

Titolo: STANOTT PASS U BOMMIN

Soggetto
Elena Stummo, Simona Forastieri e Zaccaria Errico
Parti e interpreti Trisina - Anna Sangiovanni, Micuzz' - Luigi Maiolino (nel 2009 Pino Monachello), Lagra - Jessica Spingola, Pippino - Zaccaria Errico (nel 2009 Nicolino Errico), Carmilina - Sonia Dattoli (nel 2009 Wilma Monachello), Minicucc' - Andrea Ferraro, Cumma Mariuccia - Paola Maiolino (nel 2009 Francesca Spingola), Cumpa 'Ndonio - Alessio Cirelli, Giuann' - Francesco Ferraro, Don Vicijnz' - Francesco Ferraro
Regia Elena Stummo

Rappresentata
per la prima volta il 26 dicembre del 2008 e riproposta nel dicembre 2009 con modifiche al copione.

Recensione sulla commedia
Il lavoro ha come soggetto le tradizioni ed in particolare rivive la festività del Natale.
Temporalmente la commedia è ambientata nella serata della vigilia di Natale e ripropone lo spaccato di come una famiglia scaleota si accingeva a vivere le festività natalizie.
Si parte dal fuoco del camino che raccoglie la famiglia per arrivare alla cena con gli invitati.
I compari, fraterni amici, sono gli invitati a cena. Come tradizione vuole portano regali e prodotti di produzione tipica in occasione del Natale.
Nel copione è messo in risalto il contrasto tra il sacro e il profano con delle scene che ripercorrono il rituale dei c.d. “patri nuust”: rituale pagano che serviva a togliere qualsiasi tipo di malanno, oltre che il malocchio.
Non manca la tavolata con il cibo e le pietanze tipicamente natalizie in uso a Scalea. Non a caso la rappresentazione mette in rilievo l’uso di consumare le tredici cose nella notte di Natale.
La commedia, dopo colpi di scena improvvisi, volge al termine con il gioco tipico del Natale che è la “Tombola”.
A chiudere la rappresentazione ci sono le frasi sensazionali del nonno, ossia del capo famiglia padrone di casa, il quale cerca di far capire che il Natale, pur se fatto  di regali e regalini, deve soprattutto essere vissuto come la festa religiosa che tutti noi conosciamo e nella totale serenità e calore che possono dare solo le mura domestiche della famiglia.